Ci sono giorni in cui non senti niente.
Non dolore, non gioia, non rabbia. Solo… vuoto.
Come se qualcosa dentro di te fosse stato spento da troppo tempo.
E in quel silenzio emotivo, ti chiedi:
“Che fine ha fatto il fuoco che avevo dentro?”
La verità è che non si è mai spento.
Si è solo nascosto. Sotto le ceneri delle abitudini.
Sotto i “non ce la faccio”.
Sotto le mille versioni di te che hai costruito per sopravvivere.
Ma ora basta sopravvivere.
È il momento di tornare a vivere con intenzione.
Accendere il fuoco non è un atto eroico. È un atto quotidiano.
Svegliarsi. Fare quel respiro profondo. Scrivere una frase. Muovere un passo.
Anche quando non ne hai voglia.
Perché non serve aspettare che arrivi la motivazione.
Serve solo un gesto. Uno.
E quel gesto accende una scintilla.
Che accende un’idea.
Che accende una direzione.
Non aspettare che torni la luce.
Sii tu, la luce.
Chi ti guarda oggi non ha bisogno di vedere un eroe perfetto.
Ha bisogno di vedere qualcuno che continua, anche quando è difficile.
Qualcuno che si rialza, non per dimostrare qualcosa, ma perché non ha più voglia di stare giù.
Un piccolo rituale per oggi
Scrivi su un foglio:
-
Cosa mi spegne ultimamente?
-
Cosa può riaccendermi, anche solo un po’?
-
Qual è il prossimo gesto piccolo, ma reale, che posso fare oggi?
E poi… fallo.
Accendi quel fuoco. Anche se dentro è freddo.
Soprattutto quando dentro è freddo.
Ci rileggiamo presto,
Kai
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